La città di Telesia

Fondata dagli Osci in origini assai remote, sorge a metà strada tra i comuni di Telese e San Salvatore Telesino ed è situata nei territori di quest’ultimo.

Telesia è la città patria di Erennio e di Caio Ponzio: il condottiero che nel 321 a.C. ha la soddisfazione di umiliare i Romani e schernirli al giogo delle Forche caudine.
La cinta muraria è lunga oltre 2,5 Km, alta ben 7 metri ed ha uno spessore che può raggiungere persino i 2 metri.

Le torri, ancora più alte delle mura, hanno varie forme talune sono quadrate altre poligonali ed altre rotonde con un diametro che varia tra i 6 e i 7 metri, esse erano circa 42. Le principali vie d’accesso alla città erano limitate da 5 porte principali, situate approssimativamente in corrispondenza dei punti cardinali, tuttavia esistevano altre vie d’accesso attraverso porte secondarie. Le vie della città erano lastricate in pietra viva, al centro della città vi era il foro ossia la piazza principale che rappresentava, come nelle migliori città dell’epoca, il centro principale della vita politica, sociale e commerciale,esso rappresentava il punto di incontro, il luogo del commercio e degli scambi culturali.

All’interno della cinta muraria vi era addirittura un gigantesco anfiteatro che risalirebbe agli inizi del I secolo a.C.
Un impianto urbanistico così ben organizzato dimostra come Telesia nella sua storia abbia assunto il rango di città ricca ed opulenta. La sua importanza politica, sottolineata più volte dagli storici, è testimoniata dal fatto di essere stata non una semplice colonia romana ma addirittura Urbs Federata con Roma cioè città alleata, fornita di una propria dignità e indiscutibile prestigio.

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Nonostante lo splendore, l’opulenza e l’invidiabile organizzazione della città di Telesia, la sua storia appare costellata da sventure di ogni tipo, per capire il dramma del popolo telesino è sufficiente fare qualche esempio: Annibale la occupa e la distrugge nel 217 a.C. quando Telesia, pur essendo priva dio cinta muraria, rappresenta per il condottiero punico un centro importante sul piano economico, oltre che una postazione strategica per la conquista campana.

In seguito alla presa di Annibale, Telesia rimane per quasi due anni sotto l’occupazione cartaginese. Ciò tuttavia non le impedisce di approfondire i vecchi e mai sopiti rancori con Roma per cui, ricordando di essere stati fieri e tenaci avversari dei Romani, i Telesini finiscono per schierarsi apertamente dalla parte di Annibale.

Per tale motivo, insieme ad altre città sannite ribelli, anche Telesia subisce le avversità della guerra: viene occupata e devastata da Caio Fabio Massimo (214 a.C.). Il generale romano giunge nella città, mette tutto a ferro e fuoco rade al suolo le mura rendendone schiavi gli abitanti.

Ultimamente sono stati rinvenuti in Via Telese Vetere delle antiche tombe che risalirebbero proprio a quegli anni, dagli scavi inoltre sono stati rinvenuti anche numerosi reperti archeologici  (quali vasi, statuette di creta e bronzo).